martedì 31 maggio 2011

055 - Memorie di una videoteca (collage di 14 film)

Luce dei miei occhi,
il più bel giorno della mia vita

è stato con te, insieme a Parigi.
«Prendimi l’anima» mi dicesti
«e vivi con me la meglio gioventù che hai davanti…
la vita è meravigliosa ed insieme lo sarà per sempre.»
Sei stato il mio sogno di una notte di mezza estate
durato troppo poco, durato niente.
Quel giorno, i tuoi occhi di cristallo
hanno distrutto la mia vita,
durante i cento passi più sterili che abbia mai camminato con te.
«L’amore è eterno finchè dura» mi hai detto
«Bugiardo bugiardo!» ho gridato piangendo…
ma, con la neve nel cuore
mentre, invano,
tentavo di rubarti l’ultimo bacio
mi hai detto addio
con un buffetto ed un semplice
«…ricordati di me».

venerdì 27 maggio 2011

054 - L'ultima maschera (dedica a: Totò)

Sul palcoscenico
di tutta una vita
l’ultima maschera
ancora una volta
s’inchinò riverente
a salutare sguardi
devotamente volti.
In mano al guitto
l’estremo filo
per ultimare attento
tela da commediante.
A duttile burattino
pellicole dipanate
fra trama di risate
e ordito surreale,
tratti chiaroscurali
in arcano astrattismo
d’avanspettacolo
ed esperte scansioni
di stratigrafia epocale.
Poi il tempo spense luci
a ritmata quotidianità
finché il sipario si chiuse
concedendo il volo.

053 - Bobine d'emozioni (dedica a: Charlot)

Voluta ed obbligata
la complice solitudine,
a scandire lenta
dondolanti passi
con fidato bastone.
A bombetta il copricapo,
costrizione nella giacca,
goffi gli ampi calzoni,
accademica perizia
solcante oceaniche scarpe.
Azzurrità lo sguardo
d’emozioni riflesse
su lucido specchio.
Incantato sorriso,
nostalgica incisività,
paura di un mondo sordo
ad ogni comprensione
tracciarono abilmente,
in toni chiaroscurali
di fumose bobine,
umana alienazione.
Vagabonda innocenza
di semplicità intrisa
per ricordare all’uomo
l’essenza del suo esistere

mercoledì 18 maggio 2011

052 - Da qui all'eternità (dedica a: Da qui all'eternità)

Mentre rotolavamo allacciati sulla sabbia
appena lambiti dalle onde
che morivano più in là, sugli scogli,
più sussurranti e complici
delle nostre labbra,
bagliori incendiarono il tramonto
e tutto il mondo crollò
come un castello di bugie e illusioni,
piovve la morte dal cielo che fu unito
alla terra da colonne di fumo:
la folle corsa non salvò
dal destino l'ultimo degli eroi,
né scampò al disastro il nostro amore.
Oggi il silenzio è quasi irreale
dopo tanto rumore
corone di fiori galleggiano
senza mai incontrare la riva.

051 - Dono d'amore

Come i magi
seguendo la scia luminosa
della stella cometa,
la stella divina,
portaron doni al Bambino Gesù,
anche noi lasciamoci guidare
dalla scia dei sentimenti
di pace e speranza,
affinchè il nostro cuore sia apportatore
del Vero Amore.

050 - La mia stella (dedica a: Il bambino con il pigiama a righe)

Anche oggi sono qui, 
a guardare la luna.
E una miriade di pensieri
invade questo cielo
stellato.
La mia Stella Guardiana
oggi custodisce
il segreto dolore,
che adombra
l’anima.
All’occhio altrui
sfugge,
distratto
dalla superficialità
del vedere.
Mentre qualcuno
osserva, scruta
e mi chiede perché,
ora,
proprio quella stella
brilla più del solito…

049 - Tra i gracili fiori (dedica a: La stanza del figlio)

Il prato è gremito
di nuovi colori.
E tu giaci infondo,
tra i  gracili fiori.
Sovviene d’aurora splendente
un raggio di sole suadente
e tu della notte feconda,
bagnata dal mare, sei fragile onda.
Stridente la pace che intorno pervade,
fa ammenda al tuo volto che nulla invade.
Due occhi giammai quel prato han veduto,
che al cuore scalfito han lasciato,
saldato dal pianto sommesso,
il ricordo vivido del tuo riflesso.
Un angelo in cielo che oggi è volato,
su un vuoto perpetuo che nulla ha colmato.
Il prato è gremito
di splendidi fiori.
Guardali, prendili, mio dolce amore,
cibati oggi del mio dolore.
Poiché nella fragile sponda
l’anima tua per sempre ridonda.

048 - Posso delegarti la mia paura (Dedica a: "Il favoloso mondo di Ameliè")

Posso delegarti la mia paura
che gli scalini di Montmartre
questa volta non finiranno?
Che ci troveramo a metà strada
per tutta la vita?
Avresti alzato spalle,
perché sei l'imbecille che guarda il dito,
non hai mai rotto la crème brulè con il cucchiaino,
e non capisci che tutte le tragedie del mondo
sono colpa della mia macchina fotografica.
Però abbiamo entrambi le ossa di vetro,
e potremmo affondare per mano nel canale Saint Martin,
e vivevamo emozioni
che erano pelle che ci saremmo potuti scambiare.
E se tra vent'anni dovessi ricevere una lettera,
anche se fasulla,
voglio che tu mi dica
che stavi solo cercando
di fare della mia vita
un posto un po' meno
buio.

047 - Roma te piagne cara Nannarella (Dedica a: Anna Magnani)

Roma ha pianto lacrime de vetro
ch'hanno lavato tutti i monumenti,
er Pincio, er Coloseo... Piazza Sanpietro...
tra li singhiozzi e mille scoramenti!
Un Angelo 'n sottana se n'è ito,
a modo suo... tutta scapijata...
co' gnente addosso... amanco er vestito
fraggile e dorce come 'na giuncata!
Su la ribbarta dura de la vita,
'na luna tonna...è l'occhio de bove,
dietro 'n sipario de nuvola candita,
a 'llumina’ la scena mentre piove!
La grossa eredità che hai lassato,
a 'sta città che t'ha stretto sur core,
è er modo quantomai esaggerato
de recita' mettennoce l'amore!
La pioggia è ferma tra li Sanpietrini
come a forma' una granne scacchiera.
Noi, su l'attenti, come sordatini
a recita' 'n silenzio 'sta preghiera!

046 - San Lorenzo, 19 Lujo der '43 (dedica a Anna Magnani)

Povera Nannarella fja de strada
cresciuta tra baracche e carcinacci,
ricordo ancora quanno l'ho 'ncontrata
ciaveva addosso solo quattro stracci.
Era er quarantatrè...la fame nera
spigneva a compi' azzioni malamente
quarcuno volle principià 'sta guera
ch'aruvinò er destino a tanta gente.
Er codice 'mponeva d'ammazzalli…
ma Nannarella no, era 'n peccato,
du' occhi neri che…solo a guardalli
te fanno senti' zucchero filato.
Sotto li panni zozzi e sdrucinati
c'era l'acerbo corpo de 'na donna
così, queli bojacci assatanati...
j'hanno strappato via puro la gonna!
A turno tutto er gruppo d'esse- esse
fece la fila... una botta e via!
Io me so' chiesto, ma come po' esse'
che staveno a tocca' una Giudia!
Puro la razza Ariana 'n de 'sti casi
ce s'arimmischia co' quella 'nferiore,
co' la capoccia dritta, in arto i nasi
so' usciti soddisfatti da 'n par d'ore.
Co' la vergogna, strigne tra li denti
la rabbia d'esse 'na privileggiata
e tra li lampi dei bombardamenti
rimpiange puro er giorno d'esse' nata!
Da sopra la baracca de lamiera
la notte ha operto tutto er fazzoletto
e lacrime de stelle quela sera
ha pianto er celo cor dolore 'n petto!
Da allora, la pora Nannarella,
s'arabbbia mòrto quanno che l'abbracci
ner nosocomio fa nisconnarella...
e dondola 'na bambola de stracci!

mercoledì 4 maggio 2011

045 - Fantasia 2000

Lampi che squarciano nubi atre,
indifesa come persa tra gli elementi,
piccola orfana tra la confusione di Rapsodia in blu
- apologie di gente ammanierata,
ancelle asseverate al baccanale,
canicola estiva miscellanea di gente mascherata -
…cerca in alto il compluvio
verso il quale dovrai stringermi la mano
e affrettarci a correre insieme,
di virtù e fantasia.
Affé, sarò l’apprendista stregone,
che, seppur impacciato,
ma almo nei propositi,
ti farà vivere in una parentesi animata,
ampolla di immagini di quando eri bambina,
con la bacchetta in mano.
Alena di rosa del crepuscolo,
guiderò i tuoi pesi con scope operaie
con secchi ricolmi di sorrisi perduti,
moltiplicandole con rintocchi del mio braccio astato,
per guidarle verso l’Averno da riempirlo fino a farlo scomparire.
E tu vivrai per sempre nel mio mondo,
suggellata dalla creatività colorata
dove non potrai essere traviata
dai personaggi di semplice Fantasia.