Sonni e sogni di Quentin Tarantino.
Raffreddandosi, il cerchio di Ierusalem
appena pulsa.
Una squama opaca illumina la spietatezza dello sguardo:
una calmucca, figlia dell’Oriente.
Lui scatta, ribollendo di cinabro saturnino nello scolo,
mentre lei gli esplode contro una due tre quattro cartucce.
Il serpe creperà, ma nel crepuscolo della prima luce rosseggeranno
[ le sue spire rigenerate.
O Dragon Cinéma, io inalo le tue esalazioni.
Ombre di corpi traboccano dai tuoi schermi scuri
per essere iniettate nel muscolo cardiaco.
Lo riconosci? Questo luogo serpentesco a te è fratello.
Il dito di lumière si contrae sul grilletto,
in attesa dell’esercito notturno delle blatte.
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