domenica 3 aprile 2011

025-Androne

-mobili fiamme nella caverna delle idee-
[Avvolgo bobine da immemore tempo
-dall'epoca in cui fuoco e vento
miscelati erano in unico ardore-]
Amalgama di terra e umori
mondi inesplorati, porte socchiuse
su rivi contorti, figure astruse
adagiate tra neve e fiori:
tali sarebbero i coacervi di nastri
a meno che io, con abili incastri
non ordinassi nel rullo rotondo
ventiquattro fotogrammi al secondo.
E dando le spalle allo schermo
ombre ondeggianti sull'oscuro muro
mobili proiezioni del mondo figuro:
al pari di un rigido, ottuso e fermo
atavico essere imprigionato
nel Platonico antro da spire legato.
Eppur a destra -regolare cadenza-
 ellissi d'ebano noto pulsare:
è l'istante in cui smetto di sognare,
abbagliato dal lampo della Conoscenza.
E come il Filosofo, dai lacci sciolto,
verso il Reale, nuovamente, mi volto.

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