Egli posa sul petto di chi dorme come una farfalla
e ha il cuore rotto da un volto
testimoniato da raggi di stelle.
Il suo sguardo è una zolla di cenere – dove posava
bruciava i raccolti. Messo al morto un mattone sotto il mento
rilasciava un freschissimo sangue
dalle ferite, il caldo frutto
della digestione batterica.
Portate legna, tagliate la sua testa, voglio che smetta
di sorridermi dal bianco borgo della notte
perché io lasci la veste da notte nella sua ombra.
Posate la greca di una pietra grezza
sul cereo silenzio del suo petto
abbandonato, spargete rose
sul rogo del suo cuore
accucciato sul lato del mio letto
come una malattia della canicola.
Io pronuncio il tuo nome dall'alto
della picca di un campanile affinché tu ti arrampichi
lentamente, trascini in alto i segni della terra e sulla terra
cada. Io muovo
mani nell'acqua affinché il fiume freddo del tuo cuore si disperda
come una bianca fuga di animali tra le strisce dell'erba
affinché il bianco rogo del tuo cuore
non dissecchi il mio cuore – affinché non t'invochi.
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