giovedì 30 giugno 2011

109 - Pur, ora

Sincronia
di moltitudini,
vive,
tra quartetti d'archi.
Risplende,
la vita,
tra un velo,
di polvere antica.

108 - Si recita

Si recita
l'onirico programma
d'un viaggio nel tempo.
Drappelli,
picchetti d'onore,
quadriglie e valzer.
Tornano
le maschere:
performance,
proiezioni di
film muti,
piume, tulle,
velluti.

Il sipario s'abbassa.

A rompere l'aria
soltanto le note,
d'una tromba.

107 - Il poeta moderno

Le corde della mia lira
sono interminabili
pellicole di celluloide.
I miei versi sono fotogrammi
che si nutrono dell'anima umana,
dei suoi sogni e delle sue paure
in perpetua metamorfosi.
Al ritmo di un ciak
rosicchio la realtà condita
con una macinata di fantasia.
Con le carte del tempo predico il futuro
e faccio giochi di prestigio;
con la battuta giusta al momento giusto
trasformo un perfetto nessuno
nel re del momento.
Scrivo immagini.
Immortalo parole
di quotidiana follia.
Sono il poeta moderno:
faccio cinema.

106 - Metamorfosi

Fiumi di luce
di stelle comete
ardono il ghiaccio
che attraversa il mio cuore
aride gemme pietrificate
appassiscono anzitempo
al loro declino.
Pallidi richiami a stagioni perdute
segni ineguali di orizzonti lontani
vaghi risvegli di un tempo che illude
che insegue la vita
che ancora finisce.

105 - Mani

Mani grandi, mani piccole
mani mie
le mani parlano
le mani lavorano
le mani amano.
Solo col gesto delle mani
scaturisce il verso dell'anima
svela il volto
s'accende lo sguardo
dona luce agli occhi incantati.
E quando le mie mani
stringeranno mani fredde
sentirò l'abbandono
la tristezza
nuvole oscure
lambire questo cielo terso.
Ma non avrò paura
condurrò per mano sicura
come la madre il piccolo
traverseremo insieme
le onde increspate della vita.

104 - "Pomeriggio pigro in casa di Donnie Darko e della sua famiglia"

Pomeriggio pigro... sto guardando in tv un programma stupido
i miei pensieri saturi di luce lanciano ami e nel mio cuore sboccia il prodigio di un coniglio
Insegnanti e ragazzi abitano questo luogo che separa la mia casa
dal giorno che due volte è già tornato... squassando il cielo -
l'aereploano sta arrivando o è già caduto o non è mai partito... o è
un cratere parlante e sfrigolante quel tuo profilo di coniglio umano
e disumano... frankie... io non capisco:
si parla del più e del meno... non ci sono risposte convenienti e tutto
sembra tranquillo... ma sarà vero? Niente è cambiato, il mio futuro... dov'è?
La porta si sta aprendo... l'aereoplano della notte è già tornato senza trambusto
si aprono come una bocca i miei anni... e tu dove sei amore mio?
Pomeriggio pigro... spengo la tv... questo programma mi ha proprio stufato;
altre premonizioni trovano me, prima la luna e poi mia madre... ma qual'è il posto che ci spetta?
Sento ridere di là in cucina le mie sorelle... come vorrei poter credere alla loro tenerezza!
Io non so chi sia quella donna che mi sorride e che è morta senza un quattrino e che parla tutte
le lingue dei miei minuti mortali e che mi dice che la clessidra è sempre stata vuota
“Tu sta' alla lavagna...donnie...” mi dice l'insegnante
“il preside è una carogna” dico io... e la luce fluorescente mi dà crampi di apprensione allo stomaco
ed emicrania di istanti rovesciati
Non cambia niente - il mio futuro dov'è? La porta si sta chiudendo... dietro di me...
e il mio futuro finalmente è qui... tu stammi vicina, Samantha!
L'aereoplano sta cadendo per inerzia; mi sacrificherò... per te, amore mio
Tempo mascherato da coniglio... io non mi lasciò fregare così!
Pomeriggio pigro... Cos'è successo?... io sono qui!
Il buio statico e del tutto non sollecitato... il tempo è un ammasso di rottami dentro alla mia finestra;
il mio orecchio ascolta le incongruenze correndo nel risucchio al più vicino punto di partenza,addio!

103 - Salina

Luogo lontano e quasi sepolto
Che mai avrei immaginato e che da sempre conoscevo
In cui la medicina migliore
È l’aria che respiro…
Luogo malato e pazzo
Che di follia e acciacchi ha fatto virtù .
Luogo in cui le parole che ti toccano il cuore
Sono cori silenziosi
Urlati dal vento e dal mare .
Luogo in cui la vita ti presenta te stesso
E hai proprio voglia di stringerti la mano
E abbracciarti fino a farti mancare il fiato .
Luogo di nuda terra e nudo te ;
che a ripararti dai tuoi demoni
trovi solo un cielo marchiato da stelle d’avorio .

102 - Il versetto del vento in poppa

Nuda pietra e nudo me
Il messia giunge su un gozzo senza timone…
I flutti carichi di onde tremanti
Hanno affrontato le sue ire .
“verità” si chiama il suo mozzo
E solo di teste di pesce si nutre
Ha un feticcio appeso a poppa
“giustizia”
È solito chiamarlo .
Nuda pietra e nudo me
Possa l’uomo arrivare pronto all’ultimo sbarco
Preparato ad affilare gli arpioni
E a issare le gravose nasse .
Stammi accanto compagna luna
Che marinaio io
Non lo sono mai stato…
Posati sulla bussola della mia coscienza
Di modo che la mia cecità
Cominci là dove il tuo chiarore si esaurisce .

101 - Cindy forever

Quiero perderme
en el vientre perfecto del lunar que tienes
justo a la comisura de los labios
en la uña rota del pulgar de tu mano derecha
en la mirada sombría de tus ojos
que parecen tristes
Quiero perderme en tu imperfecta sonrisa
en el valle que descubro en tu pecho cuando respira
en el ombeligo de tu nariz
Quiero perderme en la furia de tus pies que corren sobre la arena
en los vaivenes de tu cadera
en tus piernas esbeltas
en tu bostezo aburrido
Quiero quiero quiero
Quiero perderme en tu deseo
y
navegar en las mareas
de tus orgasmos

100 - Hipatia

Hilo transparente
de hechiso luminoso
bordaré el cielo
que amanece
en los ojos sombríos
de tus madrugadas
y trenzaré palabras
al atardecer
cuando el sol se desprende
en el mar de tus miradas
Te lo prometo Hipatia
yo seguiré tejiendo
la tela de tus sueños
canto de amor a la vida
por ser mujer y diosa
telar de las estrellas

099 - xxxxx

Dopo c'è il vento forte.
I rumori del passato sole.
Le regie, a tutti chiare,
organizzano attori malpagati.
Ulteriori assestamenti
per una anonima bellezza.
Fanno rumore i contorni
degli uomini immobili, Dei sbandati
sulle rive invernali.
Ma il vento è caldo e le sue promesse
allontanano nuvole giovanili.
Temporali possibili come
la verità assoluta.
È vento caldo. Limbo.        

098 - xxxxxxxxxxxx

Troppo pochi
sono questi
lampi di dubbio,
queste piogge leggere
che fanno ricordo.
Tra i segni degli
occhi stanno
immobili le nostre
preghiere. I migliori
risvegli col sole
negli occhi, la sabbia oggi
si scalderà.
Solamente il teatro
e le scene, gli attori
e l'applauso finale.
Noti dialoghi tagliano
l'aria, le frasi si
appoggiano alle
tante teste levate
in alto, assorte.
Torna alla mente
la prima campagna,
il primo rimorso
del giorno finito.
Ferito si iscrive,
al prossimo ballo.               

097 - Il Cavaliere (Il Caimano)

Vestiva una giamberga finemente decorata
con lustrini e paillettes d’oro.
La sua postura era fiera,
la schiena ritta e il passo deciso.
Alla cintura portava una spada
appuntita e riccamente forgiata
chissà a quale avo appartenuta
e da chi gelosamente custodita.
Era solenne, più che bello
in una parola ‘autorevole’ e procedeva
per la salita voltandosi di qua e di là
per salutare le dame intervenute.
Era il suo momento:
vittorioso cavaliere che aveva prestato
servizio nelle guarnigioni straniere
ed era tornato trionfante dal suo incarico.
Poi giunto alla sua dimora piena di trofei
aveva deposto la spada nella sua solita
posizione, si era spogliato della giamberga
e aveva sfilato gli stivali lucidi.
Indi aveva riposto le brache senza spiegarle
E, risciacquato il volto,
si era lisciato i baffi, prima di ripiegare
il lenzuolo per infilarvisi.
A letto era un uomo come tanti,

096 - Dersu (Dersu Uzala" di Akira Kurosawa)

Addio vecchio pazzo,
compagno di tante avventure.
La tajgà intera,
le rocce, le acque,
le piante e animali,
l'alce, la volpe, l'orso e il lupo,
chiamano da giorni il vecchio re scomparso.
E anche il vento,
l'impietoso vento,
tristemente soffia e sembra fischiare
il tuo nome, antico e immortale.
... Dersu ! Dove sei ? ...
Sei forse ritornato e stai nascosto
dentro un'elegante betulla ?
O stai dondolando mollemente
tra le fronde del salice maestro ?
O aspetti il disgelo,
per affiorare in primavera
dai flutti del torrente grande ?
So che il tuo corpo si è ormai perduto
lontano da qui, in un altro universo,
ma la tua anima è ben presente
tra questi muschi e questi sterpi.
Voglio stare con te, amico mio.
Voglio stare in questi boschi
e sentire la tua voce
riscaldarmi la mente
e ridarmi la vita.

095 - Pene d'attor precluse

Pellicola, Dio seppiato
Trascendente nel Girare
Poi rammendo circolare,
- Taglio - nemesi: Montato.
Quella Scena da Tagliare,
Entusiasmo pugnalato!
E lo sguardo più temuto:
La comparsa d’amputare.
Ch’io sia dentro - vana luce,
Al calar del buio in sala!
Sia la mia l’ultima voce
Che la Critica segnala !

094 - ASAD AL-SAHRA’: IL LEONE DEL DESERTO

Gocce d’iprite, semi di ribellione;
monete fenicie velate da una terra
avvelenata dal filo spinato,
da un buco nero che sputa
e ingoia vanga e fucile.
Ma il vento impetuoso non spezza la schiena,
la rafforza
profetizza  al-Mukhtar

093 - U regista (Acronimo)

Frusciare di sfocate
Immagini su d’un
Lenzuolo bianco che,
Mosso da luce abbagliante,
Orgoglioso, prende vita e,
Giocando con le mie fantasie,
Rapisce la mia mente
Attenta e sazia,
Finalmente, di vedere che ora
Il suo mondo segreto
Appartiene anche al mondo intero.

092 - Silenziose sere solitarie

M’immergo
nel buio di questa stanza
enorme e affollata,
che, come mendicante
affamata
di verità
e  bellezza,
mi vede arrivare
nelle silenziose sere solitarie,
accogliendomi
nel soffice abbraccio
d’una rossa poltrona.

091 - Comparse del cinema muto

A fine recita usciremo
attori non protagonisti
nella critica luce d'avvampo
seguendo un'orbita ellittica
così distante
da distratti spettatori
così estranea
al loro campo visivo.
Ci perderemo poi
ripetendo lenta l'ultima scansione
ed escludendo qualsiasi diversivo
ci lasceremo ignari
senza il trauma di un addio
solo per reciproca sottrazione
( non più tu – non più io )

090 - Nostalghia

La Madonna del Parto
nella chiesa di campagna
c’era la nebbia fuori
e uno spiraglio flebile di fede
nel tremore di un’attesa.
Presi poi la via di Siena
nel già calare meridiano
fino all'alzarsi d’improvviso contrafforte
all'abbazia di S. Galgano.
Tra navate mute
e un cielo - tetto precipitato a piombo
dentro nude arcate e l'occhio cavo
d'un rosone a fronte
udii quel passeggiare trasognato di Tarkovskij
che qui non lascia impronte    né dura
se non nell'anima matura
e nei solchi del suo scavo.
E scava l’acqua   scava il tempo della vita
sgocciola   defluisce   scroscia
e s’allarga infine nella piazza di Caterina
al farsi lento del buio
al lume di candela
che la pellicola è finita
finita l’ansia d’un ritorno
rimasta a metà strada
tra la notte e un nuovo giorno.

089 - Due (Richard Gere)

Due per la strada
abbracciati, felici,
io sola
dentro un cappotto morbido
sognando Richard Gere
le mani nelle tasche
per riscaldarmi il cuore.

088 - L'angelo (Ghost)

Verrai e mi dirai "andiamo"
muta risponderò al richiamo
e finalmente quieta
la mia anima, bianca cometa
fra le tue ali troverà riparo
e vincerà la notte col suo manto chiaro.

giovedì 23 giugno 2011

087 - 37 gradi in gocce

Passeggiamo per impero
Lì alla fontana sgorga acqua piovana
Bella dolce succulenta e lenta lenta.
a gocce guardando, tentai di lavarmi
In mani a coppo per evitare l’intoppo.
se sai dimmi cosa sentirai disse una voce
Scende a gocce calde come il sudore
E’ il sudore operaio? Capisco questo e il lavoro
Non e finita l’impero non e solo lavoro
Cosa senti stringi i denti
le gocce in sangue traboccano
Saranno le gocce della morte!
Dio...! perdono, siamo discendete
Lascia loro se senti
Lui continua è dice:
Prendi il sapone e sciacquati le mani
Le gocce pian piano
in pianto sulla mano si coricavano
Era il pianto dei bimbi

086 - film d'amore (con tanti baci)

E’strano darti un bacio stando
avvinghiati sulle poltroncine rinnovate
del patronato di quand’ero ragazzo,
fin che sullo schermo passano
sparatorie di cow-boy
e le frecce trapassano il telo.
Ho in ostaggio il tuo viso,
la bocca serro con labbra salate
di mistero, occhi di thriller,
goffaggine d’avventura in pantofole.
L’amore imperfetto dunque soffia,
sbraita, ansima, soffoca?
Non c’è rimorso, paura che s’attardi,
ci separi dal saltellare incerto
d’Ombre rosse e maggiordomi colpevoli.
Si misura, ad ogni esistenza negata,
la distanza impossibile tra vita e morte
prima di un duello diretto da Sergio.
Uno sparo di troppo farà, d’improvviso,
cambiare genere.
Dentro innocuo film di cartoni
dovevamo posare.

085 - Cappello a cilindro (Ginger e Fred)

Non so bene se sopra altitudini impossibili
di nubi cortesi o dentro il telo fantastico
che poi li nascondeva e segretamente
li liberava da dentro il cappello a cilindro
dov’erano finiti con i silenzi e le voci del film.
Noi stavamo a diventare grandi
in quel cappello provando i passi.
In compagnia di stelle, sorridendo a speranze
e scandendo ad ogni piroetta il nostro tempo
fatto d’ali, di bolle, di tip-tap brillanti
che per i cammini del mondo hanno adesso
lasciato l’eco di cicale che sbirciano le stagioni,
violini che suonano per le strade.
Ricordo, Ginger e Fred danzare.
Erano giorni in cui ci si sedeva dentro il sogno.

mercoledì 22 giugno 2011

084 - Trame

Rivedremo trame di film conosciuti
perché si ha l'ansia per l'ignoto
Ci piace giocare in speculari immagini
dove diventiamo protagonisti
certi del lieto fine
Sicuri che ripercorreremo il cammino
in un cerchio di emozioni continue
Le proiezioni si stemperano nell'aria
Nella testa brulicano pensieri in sciami
Pungono nel desiderio di sorprendere
Le visioni corrono sul telo nero
Si afferrano voci straniere
doppiate in parole conosciute
La pellicola si inceppa
Si fermano i momenti
Si sfoca l'immagine
Si confonde il sogno con la realtà
mentre i sensi percepiscono la paura
di accorgersi che è solo un film.

083 - Divenire

La trama apre piano le dita
convinta di occupare più spazio
incollata ad un telo scuro
ingigantisce le emozioni
Gli attori gestiscono la parte
dove tutto è avvolto nel mistero
Mentre dalla fessura
il mondo avvolto nell'oscurità
aspetta che il tepore del buio
sporchi il proprio divenire
con storie reali, inverosimili
fantasie
Il gioco masochistico
ferisce il cuore
perchè non si trovano altrove
statue di sogni da plasmare
Sorpresi, sgomenti
ci tengono i film
sull'orlo di precipizi
che ci convincono di saper
volare.

082 - Attesa (Toyland)

Un tarlo viscido avvelena
il canto degli usignoli
e invoca una fredda agonia
perché il seme non germogli.
Pallida la luna si inginocchia
negli androni delle case
a illuminare camicie bianche
nella valigia spiegata.
Soffocati nei vasi senza acqua,
cerchiamo attoniti un lampo
nelle tasche del gelido inverno
quando un terrore livido piomba i vagoni .
Si affilano le mani come coltelli
nella voce stentata che reclama il figlio.
I muri dissipano
la furia della notte, 
vibrano nell’aria come libellule
gli incanti delle muse.
Si addensa nera la neve
polvere di sepolcri terrei
mentre il profumo dei fiori
spande le luci torbide della sera.

081 - L'ombra del padre (Un gelido inverno” di Debra Granik)

Nei chiodi del bosco si disfa la luna
coi piedi annegati nel silenzio della melma.
Non s’è mai vista una stella
in questo crepare di solitudine
dove uomini nebbiosi sniffano cocaina
e donne indemoniate tagliano braccia
per accendere camini
che puzzano di muffa e patate annerite.
Non un’ala di primavera
né un odore di rugiada
nelle lame degli alberi
avvinghiati al ventre della terra
tra gli stracci assetati di carezze,
un rogo di ricordi
a salvare una ninna nanna
inghiottita dalla polvere
tra gli occhi crocifissi della notte .
Langue questa stentata preghiera
tra scampoli di vita che irrompono densi
come foglie cadute senza misericordia
nelle braccia fratturate
di caverne intonacate di bianco.

080 - Morte di un matematico Napoletano (di Mario Martone)

vere Schopenauer e Leopardi,
e tenerseli ben stretti.
Passeggiare,
da solo,
e ritrovare il colore di un muro,
così, com’era negli anni 70.
Una partita a briscola,
alla Casa del Popolo,
la luce appannata.
Ed un convegno,
a Bologna,
sulla Storia
dell’Idea d’Europa.

079 - 1° Maggio (900 di Bernardo Bertolucci)

Sventola, senza esitazioni,
un drappo rosso.

078 - Il volo di Mario

Ciak! Sorella Morte, accompagnami al terrazzo.
Ciak! Sorella Morte, il tempo è giunto.
Ciak! Questo passo per Fernandel che spara dalla montagna.
Ciak! Questo passo per Anna e Totò che cantano.
Ciak! Questo passo per Ferribotte, lui sa perchè.
Ciak! Questo passo per Gassman che si fa fucilare insieme a Sordi.
Ciak! Questo passo per Nino che sperava fosse femmina.
Ciak! Questo passo per Monica con la pistola.
Ciak! Apro la finestra e cieco vedo le rose nel deserto.
Ciak! Salgo sul terrazzo, amici miei.
Ciak! Volo verso il buio.
Ciak! Beati voi che un giorno morirete.
Io continuerò a rompere la pace dei cretini.
Con tutti i film che passano davanti agli occhi.
Mentre agonizzo qui sul marciapiede.

077 - Suonala ancora Sam

Suonala ancora, Sam,
quella canzone che parla di te, di me,
che parla dell’Amore, parla del Tempo,
di come soffiano, entrambi, sulla tremula fiamma
delle nostre vite…
Suonala ancora… per tutti quelli come me,
per quelli come te,
innamorati ancora dell’Amore…
e tu,
richiudi gli occhi, non dire niente,
presto sapremo quale fantasma
presiederà il risveglio,
conosceremo il destino degli amanti
e il nostro…
opaca e tremula è, ormai,
l’acqua del sogno
in cui si specchia la notte…

giovedì 16 giugno 2011

076 - La dolce vita

Sorvolano Roma
metallici occhi ed artigli astuti
d'elica.
Un esercito infantile
ignora la polvere
di un Cristo dorato sospeso.
Ostaggi d'antichi acquedotti,
biblici silenzi,
un'onda sensuale
concede bellezza
a chi impasta gocce d'amore
in danze affrettate.
Dalla Fontana di Trevi
alla Vergine Maria
un corridoio d'erba di periferia,
la dolce vita
che ha fame di vizi, di spettatori
e di sorte.

mercoledì 15 giugno 2011

075 - Buona fortuna, bambina (Humphrey Bogart)

In piedi come maleducati ragazzini
su un divano, sopra le teste degli altri
per un concerto jazz arrangiato,
grigio il colore dei respiri alle pareti,
i berretti di lana, la barba dei portuali,
il vecchio richiamo che ci ha fatto entrare.
Ottoni mescolati  all’ambra dei boccali,
al chiasso felice della musica dixieland.
Avventurosa notte con le guance rosse,
le stonature per poche ore rimediate.
In quale porto succede tutto questo?
Londra  e Marsiglia confusamente insieme,
un film con Jean Gabin in dolce vita nero,
è lui forse l’uomo che mi guarda dal bancone.
Ma l’eroe dei miei sogni è solo Rick Blaine:
doppiopetto bianco, occhi di lupo ferito,
vicino a un pianoforte bianco. Mi imbarco
adesso su un bimotore incerto nella nebbia,
altra città Casablanca, cafè americain, whisky 
nel bicchiere, eterno il fumo della sigaretta.

martedì 14 giugno 2011

074 - Cinema

Nel buio d'intorno
la realtà sfuma
e lo sguardo segue
un filo di luce,
che d'incanto un mondo
sullo schermo crea
di paesaggi e personaggi,
ogni volta diversi
negli infiniti colori
che dipingono l'uomo;
palputano emozioni, sentimenti
e le miserie della vita
anche con ironia e comicità;
epiche figure, personaggi di eroi
creano suggestioni di fughe
da una vita semplice e comune;
fantastici scenari
di strane, irreali creature
affascinano alla ricerca
di frenetiche allucinazioni
nei tempi nuovi.

lunedì 13 giugno 2011

073 - Cinematografo

Antoine  Lumiere dichiarò
“Il cinema è un’ invenzione senza futuro”,
Dopo secoli e secoli,
in verità il cinema è esploso,
come magma di emozioni,
suoni  e colori.
Senza tempo, tanta storia.
Un caleidoscopico mirare
Di un mondo che è la vita:
Luci colorate,
tempeste senza vento,
sorrisi senza colore.
Il respiro di un amore,
il bacio di una mamma.
Il sapore di un abbraccio,
il fischio della locomotiva errante.

072 - Haiku

Ballerina danzante,
ti prepari all’invito.
Due battute ripetute e il tuo dolce inchino.
L’obiettivo ti guarda.
Il  tuo falso sorriso ,
la tua lacrima asciutta.
Non fingere di sognare,
non nascondere la tua tristezza.
La tua vita è un film
Polvere nell’aria
..pensieri, parole sguardi danzano tra la musica..
 Una caleidoscopica lente
ti osserva:
all’alba sogni,
 il tuo segreto amore per Martino.

071 - Amarcord

Fugge il tempo,
il tempo dell’orologio.
Quello che conosce
una sola direzione:
tic tac, tic tac
il tempo delle lancette.
Il presente, effimero confine
tra ciò che è già stato
e ciò che sarà, è in attesa.
E’là, bastimento che fende
le magiche nebbie notturne.
Sul molo logoro, spicchi di vita
ne attendono il passaggio.
Per vederlo. Per salutarlo.
Per poterlo vivere anche un solo istante.
Avanza il tempo,
il tempo della coscienza.
Quello capace di spezzare
questo divenire indistinto
e camminare a ritroso nella memoria
tra sogno, umorismo, disperazione, follia.
Viaggio un po’ triste, un po’visionario
tra borghi sopiti e incendi del cuore.
E’ ritorno alla verde stagione,
tra seni procaci e fuochi di primavera.
Tra le fronde al vento rifiorisce
il gran desiderio d’amore.

070 - Il loro film in una nenia (La soltudine dei numeri primi)

Il mondo che intorno dipingeva paesi
correva con lei in autostrada.
La natura che respirava l'aria
di un ottobre gonfio di troppo caldo
lei non la ascoltava, però.
Alle orecchie vecchie cuffiette
creavano un cosmo,
guscio diverso da quello reale, ma altrettanto vero.
E in quella melodia estatica
di note armoniose di favole celtiche
le contraddizioni di quell'uomo,
rinchiuse in una nenia
in lingua sconosciuta.
Lei capiva.
Eppure se ne stava andando...
lui la lasciava andare.
Nei pensieri di lei il loro film, senza una fine.
Agli occhi di chi guarda,invece,
un po’ bagnati di pianto e di emozione,
sullo schermo appare “the end” bianco su fondo nero.

069 - American gigolò

Sulle strade della California
respiro la brezza del Pacifico
sento la velocità scivolarmi  addosso
il sole scaldare il mio cuore gelido.
Non devo fingere quello che non sono
mentre guido senza nessuno accanto.
Squilla il telefono …
Ritorno ad essere quello che mi chiedono  gli altri.
Ma in fondo
mi piace farmi pagare dalle donne
in cambio di un’illusione d’ amore
e per me, di  un’illusione di mascolinità.

068 - Marilyn Monroe

Camminando lungo Hollywood Boulevard
calpesterete la mia stella
voi che mi avete amato
senza mai possedermi
e  polvere oblio e sporcizia
la sfioreranno
 senza lasciar traccia.
Stella accecante stella che non muore
ho brillato di luce propria
sul grande schermo della finzione.
Protagonista assoluta
ero come mi volevate
bambola di biondi sorrisi
labbra che vivevano di baci
occhi per farvi sognare
corpo di morbida carne.
Ma anch’io piangevo e soffrivo
e avevo paura
che la vita non fosse come la recitavo
una favola a lieto fine
un’illusone d’ amore e di felicità.

venerdì 10 giugno 2011

067 - Lungometraggio

Nell'abisso vuoto del tempo
passante con orme di striscio
volte al cielo scivola lattea l'avviato
cammino i miraggi cappuccini
sballati dal solleone bellissime
improvvisano alla tristezza la felicita'.
Clorano le verità di fantasia corrono
da matti tutti dimentichi per cosa o ché
limitano di orme le impronte dei piedi
caricando la gioia e scaricando la noia
il destino che snocciola da sempre
una vita svitata di voglia di vivere.
SI, quella che dal tempo reale
sogna smalto e spessore al
valore del sicuro vissuto
che trascorso inutile scorre.
Non ci credevo e pur sempre
lo è bello camminare e cercare
al limitare della strada frutti
caldi di estate more spiluccate
da dita con lacrime sanguenti
tra rovi di spine irti, non di pianto,
ma di risi sorrisi.
Era il tempo del sano mangiare
di pensieri a morre e sazi desii
per moreggiar d'amore le confessioni
di confezioni dolci all'amorosa cioccolata
condite parole con api di miele a
fraseggio astratto collage di poesia.
Un mondo nuovo appare a chi vive
e di specchio rivive la propria immagine
che corre di fretta e a frotte di cose
vede di frottole il suo destino pieno.
A due occhi la fantasia pollina le pupille
catturate dalla retina sono cose in noi vecchie
nuove per l'intenso del contenuto interiore
che ammirato da angoli diversi desio tutto si
gode dell'arcobaleno le sfaccettature
e, la fine è improvvisa sfugge male
in lungometraggio la storia d'amore
che ridesta la tristezza nella felicità,
la realta' della verità priva del profumo di nostalgia.

066 - Cortometraggio

Giovane con l'amore
nascondino dietro l'angolo
il tempo l'evento aspettava
il cervello fumava
drogando i sentimenti
con la lettura dei fumetti.
Una dolce noia ingannava il destino
era il tempo degli errori, da fare, sopiti
dalle storie degli eroi di carta
convulsi di roulette e nuvolette di parole
intrecciando discorsi dei migliori ideali
con loro che erano i miei eroi
foglio dopo foglio giravano occhi e destino
immagazzinavo improvvisazione per
saziare di esperienza il
portafoglio delle mie certezze
garanzia per un sicuro domani.
La vita è strana al culmine
del sonno dei pensieri per caso
un insetto pizzica desio
all'anima mia rannicchiata
nel cuscino di sogni
dal torpore di paglia
fieno di fumetti sentimenti .
Strano! amore, amicizia e altro
si risvegliano dal letargo
incanto si compone
il quadro del mio domani.
Sarà scherzoso il
satirico destino propone
una brillantina storia d'amore
all'improvviso sfilo il filo del racconto
chiudo il libro del fumetto e
si apre innanzi a me
una storia vera tutta densa
piena di imprevisti stranamore.
Un succo dolce frenesia che
imbuta e ti imbeve
stranamore in cortometraggio
Corteggiamento rapido indolore
fidanzati senza fiaba
prima, unica lezione pratica
bacio con tumide labbra
amplessate con giochi di lingua
ed è stranamore .
Smuove tutto l'organetto del cuore
sogno o son desto casto
in sposo vado con l'amore
e la mia lei alla casa del signore.

065 - Stavo guardando un film americano

Stavo guardando un film americano
degli anni trenta.Grigio rosa e astuto.
E mi venne da piangere. Ad  un tratto
sentii dentro le lacrime  che mentre
mi sbattevo a inseguire appuntamenti
non utili,non veri,il senso vero
di vivere mi stava abbandonando.
Ma una sera appariva il buono – idiota
delle grigie pellicole di Capra,
così mite,distratto,inesistente
ma credibile che mi suggeriva
che poteva lui essere la vaga
risposta alle paure della vita.
Noi siamo uccelli stupidi affacciati
in un mare di specchi trasparenti
che riflettono immagini sfasate
e accavallate di due vite estreme,
vere e non vere entrambe. L’una grigia
e che non è mai nostra totalmente.
L’altra vissuta immaginariamente
con vile nostalgia. Senza consensi.
E fra loro oscillante e avara c’è
la follia che è una tenera compagna.
Un merletto del cuore. Un’agrodolce
complicità dei sensi con la mente
che ci aiuta a trascorrere la vita
nascosti in un castello di cartone.
Fino a quando una favola spalanca
la porta. E scopre quelle stanze vuote.

mercoledì 8 giugno 2011

064 - Il tricolore - (Noi credevamo di Mario Martone)

Sventola il tricolore
di sperduti pensieri
si addensano le nubi
su anime disperate
tengo alto il vessillo
di giovani caduti
per tre colori
la canto di inni
di nobili garibaldini
di moltitudini fiori
di umane profumo
sventola al cielo
il vessillo silenzi
di emozioni infantili
e assetati di gloriosa
libertà
popoli diversi
unica bandiera
popoli uguali
nel segno di inni
di avi lontani
il cuore pulsa
emozioni di libertà

063 - Che guevara (Che l'Argentino di Steven Soderbergh)

Il suo viso
sul mio petto
guidava la mia giovinezza
conservare il passato
curare il corpo
non darei la vita
per un ideale
lotterei per un ideale
lungo fu la strada
lungo fu il percorso
sul mio petto
la sua immagine
ancora splende
il suo sorriso
come una poesia
mi segue lungo
il mio cammino
ho i capelli bianchi scrivo poesie
ma il mio pensiero
di ribellione e libertà
seguono nuove strade
percorro nuovi sentieri
conservo il suo sguardo
e le sue canzoni
nella notte urlo
viva che guevara

062 - I sogni dentro il cinema

Passando abbiamo visto uno spezzone
di storia senza inizio e senza fine.
Ci siamo affezionati ad una scena,
una parte, un motivo musicale.
E non sapremo mai come finisca
né da cosa sia nata. Perché quando
siamo arrivati al cinema la sala
era già piena e il film era iniziato.
Fermi in un'epoca hollywoodiana
che ha consacrato le nostre passioni,
le ha inventate e ci ha fatto prigionieri
di spezzoni sognati in bianco e nero,
tutto il resto è insensato. Provvisorio.
Non c'è soggetto né sceneggiatura.
Solo la nostra voglia di sognare
interrotta da mille accadimenti
che poi non sono nulla ma ci fanno
disciogliere nei nostri desideri.
I nostri incantamenti. i nostri amori
profumati di miele e di lavanda.
Cinema: la Magnani e Jean Harlow
furono e sono i nostri pupazzetti
ul ripiano della felicità.
I nostri segnaposto nella vita

061 - Cinema, sogni, amore

Ieri pioveva. Ci siamo incontrati,
orfani di Gene Kelly e di John Hall,
all'angolo di quella stradicciuola
dove ci siamo dati un primo bacio
e che probabilmente non c'è più.
E abbiamo scritto un nuovo inesplorato
racconto di emozioni e di sentimento.
Perchè sotto una pioggia di memorie
e delusioni e sogni morti poi
pur di sentirci vivi ci si inventa
l'incontro con qualcosa o con qualcuno
ogni frattempo con dolce agonia..
E poi ci aiuta il cinema da quando
i signori Lumiere colo loro mite
trafficare fra i sensi ci hanno dato
Il favoliere magico con tutti
i sogni che ci sono necessari.
Forse l'amore è solo il bigliettino
che la persona della sedia accanto
ci abbandona con finta distrazione,
complice il buio, nel cavo della mano

060 - Donna d'oriente (The Millionaire di Danny Boyle)

Tintinnano campanellini
caviglie di giovane donna
fruscio di gonna
scalza a danzare
musica d’oriente l’accompagna
armonica e sensuale
veli trasparenti l’adornano
ha lo sguardo
che ammalia
merce dei rapitori di anime
infanzia dei giochi negata
un appiglio nei ricordi
che tornano
respinge il fato deviato
ribelle agli sguardi
che bramano
Jamil ha vinto
segue l’amore rubato
Latika riprende la via
libera di vivere
ancora la vita

martedì 7 giugno 2011

059 - Cinema d'essai

Terzo giorno d'aprile
Oggi inizia primavera
Me lo dice quel che resta di un sogno
Primo tempo:
c'è un fiore sullo schermo chissà come attecchito
Lo colgo, te lo dono, l'annusi, mi sorridi
poi scompari
Dissolvenze in bianco e nero
Didascalie senza parole
nel mio vecchio cinema d'essai
Fine primo tempo:
in attesa che l'inedia dirami l'infiorescenza dei ricordi
esco fuori
e mi siedo sul prato avvizzito
del tempo che non vivo
Secondo tempo:
scorre la mia vita in pochi istanti
si arresta la pellicola in certi punti
Correggo gli errori
col fiele dei disinganni
Il fascio di luce del proiettore
ridesta ataviche istanze col suo tepore
Chi sono stato finora?
Dove sarà l'unico amor vero che ho avuto
e quelli di un'ora?
S'illumina la sala
mentre scorrono lenti i titoli di coda.

lunedì 6 giugno 2011

058 - Lettera incompiuta (dedica a Massimo Troisi)

La poesia è di chi la usa…
la poesia abita
in riccioli ribelli
è costretta ad emigrare
per non morire di solitudine
E tu che poeta
eri dentro e saltimbanco fuori
ci hai lasciato
l'ultima lettera incompiuta
col soriiso triste
all'angolo della bocca
e una dedica muta
per non lasciarsi dimenticare
e noi che siamo rimasti
orfani dei tuoi sensi
ti rivediamo ancora
disincantato come allora
a crecare il senso di questa vita
disperso tra i vicoli
di una città che si ostina
a vivere, nonostante tutto...
una città che di te mantiene
una sorta d'immortalità.

057 - emozioni in bianco e nero

Scorreva il mondo
in bianco e nero
saltellava il pianoforte
dietro le pazze corse
di banditi dai baffi neri
Si respirava nell'aria
il profumo della festa
una magia discreta
ad ogni giro di manovella
la trepidazione di sapere
se l'eroina si salverà
La pellicola faceva nascere i sogni
e come loro si spezzava...
ci si tuffava il sabato sera
in un altro universo
in bianco e nero
eppur cangiante d'emozioni multicolori
Cosa ci rimane
di quelle risate a cuore aperto...
una vaga nostalgia
di cose semplici
di torte in faccia
inseguimenti mozzafiato
e il presentimento
che stia finendo
l'età dell'innocenza.

056 - Una luce (Silenzio, inizia lo spettacolo)

Occhi quasi di bimbo
sono quelli che fissi la guardano:
è solo una scia,
ma di una magica luce
che illumina la stanza ormai tutta nera,
ricolma di uomini e donne,
avvocati e baristi, dottori e operai,
un piccolo mondo in attesa solo di quanto presto vedrà.
Ma ora si allarga,
sempre di più,
fino a sparire
nel momento in cui incrocia,
come d’incanto,
il telo grande e bianco
e il sogno diventa realtà.

Ecco è lo schermo
che dunque s’accende:
la forza di mille storie e di tante emozioni
è pronta a riempire gli occhi di quei cento volti,
tutti fermi coi nasi all’insù
in attesa che, anche stasera,
sia soddisfatta ogni loro curiosità.
Silenzio, inizia lo spettacolo!