Un tarlo viscido avvelena
il canto degli usignoli
e invoca una fredda agonia
perché il seme non germogli.
Pallida la luna si inginocchia
negli androni delle case
a illuminare camicie bianche
nella valigia spiegata.
Soffocati nei vasi senza acqua,
cerchiamo attoniti un lampo
nelle tasche del gelido inverno
quando un terrore livido piomba i vagoni .
Si affilano le mani come coltelli
nella voce stentata che reclama il figlio.
I muri dissipano
la furia della notte,
vibrano nell’aria come libellule
gli incanti delle muse.
Si addensa nera la neve
polvere di sepolcri terrei
mentre il profumo dei fiori
spande le luci torbide della sera.
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