venerdì 10 giugno 2011

067 - Lungometraggio

Nell'abisso vuoto del tempo
passante con orme di striscio
volte al cielo scivola lattea l'avviato
cammino i miraggi cappuccini
sballati dal solleone bellissime
improvvisano alla tristezza la felicita'.
Clorano le verità di fantasia corrono
da matti tutti dimentichi per cosa o ché
limitano di orme le impronte dei piedi
caricando la gioia e scaricando la noia
il destino che snocciola da sempre
una vita svitata di voglia di vivere.
SI, quella che dal tempo reale
sogna smalto e spessore al
valore del sicuro vissuto
che trascorso inutile scorre.
Non ci credevo e pur sempre
lo è bello camminare e cercare
al limitare della strada frutti
caldi di estate more spiluccate
da dita con lacrime sanguenti
tra rovi di spine irti, non di pianto,
ma di risi sorrisi.
Era il tempo del sano mangiare
di pensieri a morre e sazi desii
per moreggiar d'amore le confessioni
di confezioni dolci all'amorosa cioccolata
condite parole con api di miele a
fraseggio astratto collage di poesia.
Un mondo nuovo appare a chi vive
e di specchio rivive la propria immagine
che corre di fretta e a frotte di cose
vede di frottole il suo destino pieno.
A due occhi la fantasia pollina le pupille
catturate dalla retina sono cose in noi vecchie
nuove per l'intenso del contenuto interiore
che ammirato da angoli diversi desio tutto si
gode dell'arcobaleno le sfaccettature
e, la fine è improvvisa sfugge male
in lungometraggio la storia d'amore
che ridesta la tristezza nella felicità,
la realta' della verità priva del profumo di nostalgia.

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